FERRUTENSIL GENNAIO-FEBBRAIO 2025

Le opere pubbliche Le rilevazioni del Cresme registrano una contrazione nei primi nove mesi del 2024 degli importi dei lavori pubblici messi in gara del 38% sul 2023, si tratta di una contrazione importante; ma in realtà, a ben vedere, il 2024 mantiene la domanda di opere pubbliche su livelli superiori a quelli medi annui del triennio 2019-2020. L’eccezionale dimensione dei livelli toccati nel 2022 e nel 2023 non deve distogliere l’attenzione dal quadro d’insieme del mercato. Inoltre, la contrazione del 2024 non influisce sulle fasi di realizzazione delle opere che sono invece legate a quanto appaltato negli anni precedenti. Si ricorda che le aggiudicazioni di opere pubbliche sono state pari a 50 miliardi nel 2021, a 60 miliardi nel 2022 e al 95 miliardi nel 2023. Le opere pubbliche sono entrate nella fase operativa ed essendo un mercato complesso continuerà a produrre in termini di investimenti i suoi effetti almeno sino al 2027. Si ricorda che il 30% delle opere pubbliche è costituito da investimenti in normali costruzioni, ad uso pubblico, ma appaltate a imprese private anche medie e piccole, sia per la nuova costruzione che la riqualificazione, che alimentano con valori significativi le stesse imprese edili operative nel mercato residenziale. Le ristrutturazioni Nel 2024 su 303 miliardi di euro di valore della produzione, 161 miliardi di euro sono rappresentati dalla manutenzione straordinaria di edifici residenziali, non residenziali e opere del genio civile, e 51,5 miliardi dagli interventi di manutenzione ordinaria. Si tratta nell’insieme del 70% del valore della produzione delle costruzioni. La voce principale del mercato della riqualificazione è rappresentata dalla manutenzione straordinaria del patrimonio residenziale con 97 miliardi di euro. Si tratta di un mercato fortemente condizionato dagli incentivi fiscali e che secondo le nuove stime del Cresme, dopo la contrazione del 3,8%, registrerà nel 2024 una flessione del 16,9%, seguita poi da una ulteriore flessione nel 2025. In realtà se utilizziamo l’insieme degli incentivi nel biennio 2020-2021 sono stati attivati tra cessioni e sconti in fattura 60,1 miliardi di euro, nel 2022 68,4 miliardi di euro, nel 2023 90,4 miliardi di euro e da gennaio a settembre del 2024 1,8 miliardi di euro. Anche nel caso della riqualificazione però è necessario far bene i conti: nel 2024 il livello degli investimenti in riqualificazione stimati dal Cresme, nonostante la contrazione in atto, è superiore del 30% rispetto ai livelli di mercato toccati nel 2019 pre-pandemico. L’eccezionale crescita del mercato delle costruzioni registrata nel triennio 2021-2023 ha in sostanza alzato il livello del mercato e anche con le contrazioni in atto il mercato della riqualificazione si mantiene su livelli superiori a quelli del passato. E questo anche considerando la flessione del 2025. Le sfide per il futuro Le analisi del Cresme, sviluppate nel XXXVII Rapporto Congiunturale e Previsionale, presentato a Milano il 4 dicembre, mostrano anche come il settore delle costruzioni sia oggi chiamato ad affrontare diverse sfide la prima delle quali è di modernizzazione. L’esau- FERRUTENSIL 69 Nel 2024 il livello degli investimenti in riqualificazione, nonostante la contrazione in atto, è superiore del 30% rispetto ai livelli di mercato toccati nel 2019 pre-pandemico. NORMATIVE >>>

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