I concorrenti non stanno a guardare La seconda e forse maggiore incognita per Do it Best, però, è quanti dei 4.500 associati di True Value decideranno di approfittare di questo fallimento per lasciare l'insegna e accasarsi altrove, visto che non hanno vincoli di sorta. Infatti, gli altri due player del mercato, Orgill e Ace Hardware, hanno subito lanciato "campagne acquisti" molto aggressive per intercettare il malcontento dei rivenditori che negli ultimi anni hanno patito diversi disservizi soprattutto in termini di discontinuità delle forniture. Inoltre, True Value non ha pagato i fornitori di drop-ship negli ultimi mesi, danneggiando le relazioni dei rivenditori che hanno raccolto gli ordini, con i produttori che non hanno incassato il corrispettivo. Insomma, di ragioni per andarsene i rivenditori di True Value ne avrebbero in abbondanza. E infatti Orgill (che è un grossista vero e proprio) afferma di aver convertito in Orgill 400 rivenditori True Value negli ultimi 2 anni e altre 65 conversioni sono in lavorazione. Orgill dice anche di condividere gli affari con True Value in 800 negozi. Ace Hardware ha lanciato sui social una promozione estremamente allettante e il suo AD ha affermato "Dal 1998, abbiamo convertito 1.718 negozi in Ace Hardware, 918 dei quali erano precedentemente con True Value. Convertire è sempre difficile, ma nel corso degli anni siamo diventati abbastanza bravi in questo. E ora, sospetto che il numero di coloro che sono interessati crescerà molto”. Certo il cambio di insegna è sempre traumatico per un rivenditore e quindi è improbabile aspettarsi esodi di massa: c'è il legame storico tra il cliente DAL MONDO FERRUTENSIL 58
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